Prefazione
Ogni anno nel mondo un milione di persone muore per suicidio ed il fenomeno – secondo l’OMS – è in crescita, soprattutto tra i giovani; in Italia, pur considerato tra i Paesi europei a basso rischio, nel biennio 2007-2008 si sono verificati – dati ISTAT – 7.663 suicidi (3.757 nel 2007 e 3906 nel 2008).
Il genere maschile, l’età avanzata, la presenza di un disturbo psichiatrico e l’abuso di sostanze rappresentano fattori importanti di ideazione suicidaria; tuttavia, anche se il fenomeno del suicidio assume dimensioni notevoli in età anziana, occorre prestare particolare attenzione ai giovani. Nelle fasce di età 15-24 e 25-44 anni, nel biennio 2007-2008, il suicidio è stato infatti la quarta causa di morte.
Questi dati riflettono la dimensione del fenomeno che appare complesso, multifattoriale e difficile da studiare proprio per i limiti connessi alla comprensione delle radici profonde della sofferenza umana.
Su tale base si fonda la preoccupazione del clinico che deve mediare istanze spesso contraddittorie e difficili da gestire: se da un lato deve occuparsi e preoccuparsi della salute del paziente e della gestione di quadri clinici estremamente complessi che si innestano frequentemente su personalità fragili, dall’altro vede crescere dentro di sé l’angoscia derivante dal dover controllare/gestire variabili cliniche (gravità della patologia in esame) ed extracliniche (fattori lavorativi, come il licenziamento, o familiari, come il divorzio) che sfuggono ad ogni possibilità di controllo.
Ma l’autonomia professionale è anche assunzione di responsabilità rispetto ad eventi che, seppure prevedibili - in teoria -, accadono all’improvviso annientando spesso anni di lavoro terapeutico e con un impatto notevole sulla coscienza dell’operatore, sia esso medico, infermiere o specialista psichiatra.
Il suicidio o il tentato suicidio di un paziente in ospedale nel III rapporto di Monitoraggio degli eventi sentinella del Ministero della Salute (settembre 2005-dicembre 2010) rappresenta il 19% rispetto al totale degli 873 eventi segnalati; pertanto tale problematica richiede la massima attenzione da parte delle organizzazioni sanitarie, ciò non di meno anche per il crescente aumento del contenzioso medico-legale da parte dei familiari nei confronti degli operatori e della struttura stessa.
Problematiche cliniche, umane, professionali, sociali, familiari e medico-legali si intrecciano quindi in modo dinamico con caratteristiche costantemente mutevoli e non sempre semplici da definire.
Per tali motivi il volume che presento vuole riassumere le principali argomentazioni riguardanti il suicidio, fino ad includere le problematiche medico-legali rivisitate alla luce degli attuali orientamenti della giurisprudenza.
Il lavoro nasce come proposta, sulla scorta di precedenti esperienze formative, come interfaccia di confronto clinico-legale per offrire spunti di riflessione e predisporre un servizio di consultazione e aggiornamento continuo agli operatori del settore.